venerdì 3 agosto 2007

Il Governo propone un patto per rilanciare gli atenei virtuosi

Segnaliamo dal sito del Corriere della Sera un articolo sulla recente proposta del governo per rilanciare la meritocrazia nelle Università italiane. Sul tavolo 350 milioni di euro per i più virtuosi nel merito e nelle finanze. Al momento ci sono 4 atenei dietro la lavagna per aver superato il vincolo di non spendere più del 90 per cento dei finanziamenti ordinari per personale e spese fisse: Firenze, Pisa, Trieste e l'Orientale di Napoli. Con i nuovi limiti imposti dal governo il numero salirebbe invece a 19 e comprenderebbe anche l'università di Cagliari. Bene invece Sassari.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/03/sensini.shtml

"Trecentocinquanta milioni di euro da assegnare agli atenei con i bilanci a posto e i migliori risultati nella didattica e nella ricerca, ma anche vincoli alle assunzioni e piani di risanamento, con la minaccia del commissario, per quelli meno virtuosi. Con l'obbligo, per tutti, di ridurre il debito e stringere ancora i costi del personale e la possibilità, per chi vuole, di aumentare le tasse agli studenti.

IL PATTO — Il governo propone alle università un Patto per l'efficienza e la meritocrazia, che potrebbe essere applicato già dal 2008. A firmare il documento, inviato ieri alla Conferenza dei Rettori, al Consiglio degli Studenti e al Comitato Universitario Nazionale, sono stati i ministri dell'Università e dell'Economia, Fabio Mussi e Tommaso Padoa- Schioppa, tra i quali, dopo le aspre polemiche sui fondi agli atenei che hanno segnato l'ultima Finanziaria, è scoppiata la pace. Suggellata dal presidente del Consiglio, Romano Prodi. «Noi vogliamo un'università con più autonomia e più risorse e proponiamo un Patto che spinga la ricerca di una maggior efficienza » ha detto il premier in una conferenza stampa con i due ministri.

I PARAMETRI — «L'anno scorso eravamo in emergenza e non siamo andati troppo per il sottile» ha ammesso Padoa-Schioppa, spiegando che lo scopo del Patto, suggerito dalla Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica, non è tanto quello di spendere di meno (l'Italia è abbondantemente sotto la media Ue e Ocse), quanto «spendere meglio ». Premiando i virtuosi grazie ai parametri di efficienza che saranno stabiliti presto dall'Agenzia Nazionale di Valutazione, che secondo Mussi sarà operativa entro l'anno. Il 5% del Fondo ordinario, ovvero quasi 350 milioni di euro, dovrebbe essere ripartito già nel 2008 tra le università che hanno i migliori parametri e rispetto ai quali ricevono meno fondi di altre, sovrafinanziate in rapporto ai risultati.

I VINCOLI — Il Patto prevede innanzitutto la stabilizzazione del Fondo ordinario (circa 7 miliardi l'anno) che sarà indicizzato al costo del personale e all'inflazione, nonché il finanziamento dell'edilizia universitaria su base triennale. Per frenare l'indebitamento, verrebbe imposto un vincolo sulla spesa per gli interessi, che non potrebbe superare una quota tra il 2 e il 4% del Fondo assegnato a ciascun ateneo. Anche il tetto attuale alla spesa per il personale (90% del Fondo) verrebbe rivisto in modo più restrittivo, computando ad esempio anche i costi deg li aumenti contrattuali. Il che avrebbe effetti non indifferenti, visto che se oggi a sforare sono solo quattro università (Firenze, Pisa, Trieste e l'Orientale di Napoli), con i nuovi criteri proposti dal governo sarebbero ben 19.

LE PUNIZIONI — Chi dovesse sforare il nuovo tetto sarebbe costretto a ridurre al 35% il turn-over dei dipendenti, mentre per chi, oltre a sforare il tetto, avesse anche gli ultimi due bilanci in rosso, scatterebbe una cura ben più pesante. Il turn-over sarebbe ridotto al 20% e ci sarebbe l'obbligo di presentare ai due ministeri un piano di risanamento da seguire puntualmente, a pena di un commissariamento dell'istituto. Maggiori risorse potrebbero essere garantite dalla possibilità di aumentare le tasse agli studenti fino al 25% del Fondo, mentre oggi il limite è del 16%. Per gli atenei, potenzialmente, dall'aumento delle tasse potrebbero arrivare quasi 700 milioni di euro l'anno in più, di cui il 50% dovrebbe però essere destinato ai servizi agli studenti e al finanziamento delle borse di studio".

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