giovedì 27 marzo 2008

Il club degli eccellenti

IL CLUB DEGLI ECCELLENTI (La Voce 25.03.2008) è il titolo di un articolo di Tullio Jappelli e Fausto Panunzi che fa le pulci alla notizia (Nasce il club dei 19 atenei d’élite, Corriere della Sera, 16.03.2008) pubblicata nei giorni scorsi della proposta dei rettori di 12 atenei di costituire un’associazione per la qualità delle università italiane statali.

martedì 25 marzo 2008

Italia e ricerca: troppa avarizia.


Roma, 24 mar. (Apcom) - Un "assetto parsimonioso" della scienza italiana, che ha ripercussioni negative sulla ricaduta economica della ricerca nazionale, emerge dall'analisi elaborata da Mario De Marchi, del Ceris-CNR, pubblicata dal mensile telematico www.scienzaonline.com sul numero attualmente in uscita: le statistiche più aggiornate disponibili sull'erogazione di risorse finanziarie destinate alla produzione di conoscenza, raffrontate con quelle di altri paesi, evidenziano un quadro di "poche risorse, pochi investimenti, basse remunerazioni per i ricercatori", i quali ultimi, nonostante tutto, possono vantare "l'aumento negli ultimi anni del peso italiano sul totale delle pubblicazioni scientifiche mondiali", a testimoniare la "vitalità del sistema scientifico italiano in anni ardui sul fronte delle risorse disponibili".
Ma "la posizione del nostro paese appare preoccupante", si legge nell'analisi del Ceris-CNR, sul piano della resa economica della ricerca scientifica applicata: la produzione italiana di "scoperte di rilevanza pratica, in particolare quelle invenzioni il cui valore economico sia appropriabile dallo scopritore tramite lo strumento legale del brevetto", nota De Marchi, risulta "molto inferiore perfino a paesi come Olanda e Canada, dalla rilevanza demografica ed economica sensibilmente minori". Incombe "il pericolo di declino economico e culturale cui il nostro paese si espone seguendo questo comportamento - sottolinea lo studio - visto l'affermarsi nel mondo contemporaneo di società basate sulla conoscenza".
Il rapporto fra spesa in ricerca e prodotto interno lordo (ReS/PIL), nel quarto di secolo preso in esame dall'autore dello studio a partire dal 1980, non registra affatto un andamento di crescita: "Dopo avere sfiorato un picco dell'1,4% agli inizi degli anni '90, la proporzione fra spesa in ReS e PIL si è contratta", per assestarsi alla fine sull'1,1%, ben lontano, sottolinea De Marchi, dall'"obiettivo del 3% entro l'anno 2010, che fu sottoscritto nell'ambito degli impegni internazionali assunti dal nostro paese con l'Unione Europea". "L'Italia - denuncia lo studio del Ceris-CNR - investe nella generazione di conoscenze scientifiche e tecnologiche originali e nell'impiego di risorse umane per ricerca assai meno della maggior parte delle nazioni più progredite economicamente: meno della metà, per esempio, del 3,3% di Giappone, del 2,6% di Stati Uniti, del 2,5% di Germania, e meno anche della Cina, che destina l'1,3% del proprio PIL alla ricerca".

Investimenti della ricerca scientifica (Luigi Berlinguer, 17 marzo 2008, scienzaonline.com)

mercoledì 12 marzo 2008

Gli studenti Erasmus bocciano l'Italia...

Carissima, inefficiente e inospitale
gli studenti Erasmus bocciano l'Italia
La Repubblica, 11 marzo 2008

ROMA - Sarà anche il Belpaese, ricco di storia e bellezze artistiche, ma venirci a studiare è un vero inferno. A stroncare l'Italia e il suo sistema universitario sono gli studenti stranieri del progetto Erasmus che hanno scelto la Penisola per il loro periodo di formazione all'estero.
La fotografia che emerge da un questionario realizzato dalla free press "Studenti Magazine" e dall'ntassociazione "Erasmus Stude network Italia" è davvero impietoso, ma difficilmente contestabile. Il nostro paese, sottolineano i 1500 giovani interpellati provenienti da 28 paesi diversi e distribuiti in 27 diverse città italiane, è "costosissimo", "incapace di garantire un alloggio a prezzi contenuti" e un posto "dove l'inglese è una lingua di cui si fa a meno".
Il problema più sentito è il costo della vita. L'83% degli intervistati dichiara di spendere di più in Italia rispetto al proprio paese. La voce più costosa è al solito l'affitto (per il 69%). Seguono il cibo per il 14,4% e il divertimento per il 12,6. Il 4% trova invece particolarmente costosi i libri. A tanto dispendio non corrispondono però atenei all'altezza delle attese. Il 71% degli intervistati ritiene l'università italiana peggiore di quella del proprio paese. Per il 39,6% la ragione principale è il pessimo stato delle strutture. Seguono la scarsità dei servizi web per il 24,4%, la difficoltà nel raggiungere informazioni per il 19,5% e la scarsa professionalità dei professori per il 16,5%.
Una larga maggioranza di studenti stranieri (il 66%), una volta arrivata in Italia ha incontrato difficoltà nel trovare un alloggio, condividendo quindi gli stessi problemi dei nostri fuorisede. I problemi più lamentati sono il caro affitti e la fatiscenza dei locali, ma un 20,8% dei partecipanti al questionario denuncia anche il razzismo dei proprietari che non affittano a stranieri.
In un ambiente così ostile a rendere il tutto ancora più problematico è la difficoltà a trovare qualcuno in grado di esprimersi in inglese. Solo l'1,4% degli intervistati ritiene indispensabile conoscere l'inglese in Italia, contro il 46,6% che lo ritiene assolutamente inutile.
Eppure l'Italia continua ad esercitare un certo fascino sui giovani universitari di tutta Europa. La ragione, spiegano gli intervistati, è che malgrado i problemi il Belpaese conserva ancora un certo carisma. Ma se il 97% degli studenti spiega di averci scelto perché "sempre attratto dal Belpaese", alla fine del soggiorno solo il 60% vi ritornerebbe ad occhi chiusi.